Era il 2002 credo quando io e il mio collega Alessandro discutevamo di quale dovesse essere il nome della nostra funzione. Ci occupavamo principalmente di raccolta dati personali da internet, web design e invio newsletter. Tra le varie opzioni quella che ci sembrava più in linea con il nostro lavoro, ma allo stesso tempo sufficientemente autorevole era la combinazione Digital Marketing.
Molto bene direte voi. Peccato che come si vede dal grafico riportato appena qua sopra e tratto da Google Trends, il digital marketing nel 2002 praticamente non esisteva. E chi come me ed Alessandro si professava allora come un professionista del settore digital marketing, veniva velocemente inquadrato a sottospecie irrilevante nell’ambito della comunicazione d’impresa.
Quasi 20 anni dopo il digital marketing è la cosa che manda avanti le aziende, quelle che decidono di utilizzarlo e quelle che non lo fanno semplicemente non stanno sul mercato.
Che cosa fa un professionista di digital marketing?
Di base fa una cosa detta acquisition, che vuol dire acquisizione, dove per acquisizione si intende portare traffico, quindi utenti, verso il proprio sito o altra property, in maniera organica o a pagamento.
Chiaro?
Il 90% di tutte le vendite retail sono influenzate da Internet.
dati di mercato
Questo vuol dire che 9 persone su 10, che entrano nel vostro negozio e comprano il vostro brand hanno prima visto il vostro sito, consultato i vostri prodotti online, letto una newsletter, guardato il vostro account instagram o cercato l’indirizzo del vostro negozio su Google Maps. In altri casi hanno cercato un prodotto specifico su Google e trovato il vostro negozio, ad esempio come quando cercavo un’esca da pesca chiamata Slow jig da regalare a mio padre. Oppure hanno letto delle recensioni su un particolare prodotto o servizio, as esempio un hotel piuttosto che un ristorante.
Se non sei su Internet non esisti
dura lex sed lex
Tutte le attività aziendali che in qualsiasi modo generano contenuti informativi, immagini, dati devono essere coinvolte nella grande macchina organizzativa del digital marketing.
Il digital marketing non butta via niente, utilizza tutto. Un bozzetto, un’idea, una frase, un evento, un’iniziativa sociale, umanitaria, solidale ancora meglio se a sostegno della natura può svolgere un ruolo nella cassetta degli attrezzi del digital marketing professional.
Non puoi gestire ciò che non puoi misurare
Nonaka Takeushi, filosofia alla base del moderno management
I KPIs del Digital Marketing
Dalla fase un po’ idealistica dei primi anni 2000, il Digital Marketing, passa ad una fase in cui gli strumenti sono diventati sempre più performanti, la competizione non lascia spazio all’improvvisazione e i tecnicismi fanno la differenza.
Non si parla più quindi di pubblicità online ma di Data Marketing Platforms, Real Time Bidding, Performance, Dynamic Retargeting, Analisi Multivariata e AB Testing. I risultati si misurano ora con il Cost Per Click, il ROAS e il Cost per Acquisition. La qualità degli annunci, lo quality score, determina il cost per click.
In conclusione
Digital Marketing comprende
- Performance marketing, attività di pubblicità online misurate per click;
- Content Marketing – creazione di contenuti digitali tra cui testi, immagini e video;
- Direct Email Marketing – Newsletter, SMS, Push Notifications
- CRM – Customer Relationship Management
- SEO – Search Engine Optimization
- Social Media Management: comunicazione sui social organica e a pagamento
- Digital PR, gestione della reputazione, seeding, placement, influencer management