Per chi come me lavora con associazioni culturali da più di 20 anni, il 1 gennaio 2025 segnerà la fine di un’attività a cui mi sono dedicato con passione fin dai tempi dell’università.
Dal 1 gennaio 2025 sarà obbligatorio per tutte le associazioni aprire una partita IVA, tenere le scritture contabili e fare la dichiarazione dei redditi. Questo obbligo nasce dal fatto che molte associazioni mascherano attività commerciali attraverso lo schermo dell’associazionismo. Le organizzazioni che vendono prodotti alimentari o servizi a soci veri o presunti e non pagano, IVA o altre imposte, hanno indotto il governo a rendere obbligatoria la tenuta della partita iva per tutte le associazioni.
Senza nulla recriminare, io che ho gestito attività di volontariato di tipo culturale quasi a budget zero per più di vent’anni, mi tirerò fuori da questa situazione chiudendo la mia associazione. Ma passiamo oltre e vediamo cosa cambia dal 1 gennaio 2025 per le associazioni.
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Obbligo Partita IVA per il Terzo Settore in Italia dal 1° gennaio 2025: Cosa Cambia per le Associazioni?
Dal 1° gennaio 2025, entra in vigore una nuova normativa che introduce l’obbligo di partita IVA per molte associazioni del Terzo Settore in Italia. Questa significativa modifica normativa ha l’obiettivo di uniformare il trattamento fiscale delle associazioni e di garantire una maggiore trasparenza nelle loro attività economiche.
Quali Associazioni sono interessate da questa novità?
In generale, l’obbligo di partita IVA riguarda le associazioni che svolgono attività economiche, anche se connesse alle loro finalità istituzionali. Sono quindi tenute all’apertura della partita IVA le associazioni:
- Politiche
- Sindacali
- Di categoria
- Religiose
- Assistenziali
- Culturali
- Di promozione sociale
- Di formazione extrascolastica
- Sportive dilettantistiche
Quali sono gli obblighi per le associazioni con partita IVA?
L’apertura della partita IVA comporta una serie di obblighi per le associazioni, tra cui:
- Emissione di fatture: Per ogni cessione di beni o prestazione di servizi effettuata, l’associazione dovrà emettere fattura.
- Registrazione delle fatture emesse e ricevute: Le fatture dovranno essere registrate nei registri IVA.
- Liquidazione periodica dell’IVA: L’imposta dovrà essere liquidata periodicamente (solitamente mensilmente o trimestralmente) e versata allo Stato.
- Tenere la contabilità: L’associazione dovrà tenere una contabilità regolare, in grado di documentare tutte le operazioni effettuate.
- Presentazione della dichiarazione dei redditi: L’associazione dovrà presentare annualmente la dichiarazione dei redditi.
Quali attività sono esenti da IVA?
Non tutte le attività svolte dalle associazioni sono soggette a IVA. Sono esenti da IVA, ad esempio:
- Le cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate a soci
- Le attività di raccolta fondi
- Le attività di volontariato
Perché è importante conoscere questa novità?
La nuova normativa sull’IVA per il Terzo Settore ha un impatto significativo sulla gestione amministrativa e contabile delle associazioni. È fondamentale che le associazioni interessate si informino adeguatamente sulle nuove regole per evitare sanzioni e per poter gestire al meglio la propria attività.
Avvertenza: La normativa fiscale è in continua evoluzione. Per una consulenza personalizzata e aggiornata, si consiglia di rivolgersi a un professionista del settore, come un commercialista o un consulente del lavoro.
Per approfondire:
- Cantiere Terzo Settore: https://www.cantiereterzosettore.it/iva-e-terzo-settore-cosa-cambia-dal-1-gennaio-2025/
- TeamSystem: https://www.teamsystem.com/magazine/terzo-settore/regime-iva/
Vuoi sapere altro? Sentiti libero di porre altre domande!
Argomenti che potresti trovare interessanti:
- Quali sono le differenze tra il regime forfettario e il regime ordinario per le associazioni?
- Come si calcola l’IVA sulle prestazioni di servizio?
- Quali sono le agevolazioni fiscali previste per le associazioni del Terzo Settore?
Spero di essere stato esaustivo.
Quali sono le responsabilità del presidente dell’associazione a partire dal 1 gennaio 2025?
Responsabilità del Presidente dell’Associazione dal 1° gennaio 2025: Un Quadro in Evoluzione
L’introduzione dell’obbligo di partita IVA per molte associazioni del Terzo Settore a partire dal 1° gennaio 2025 comporta un ampliamento significativo delle responsabilità del presidente.
Mentre le responsabilità specifiche possono variare a seconda dello statuto dell’associazione e della normativa regionale e locale, in linea generale, il presidente di un’associazione con partita IVA assume le seguenti responsabilità:
Responsabilità Fiscali e Contabili
- Rappresentanza fiscale: Il presidente, in quanto legale rappresentante dell’associazione, è il principale responsabile nei confronti del fisco.
- Firma delle fatture: Deve firmare le fatture emesse dall’associazione.
- Controllo della contabilità: Ha il dovere di vigilare sulla corretta tenuta della contabilità e sulla regolarità delle operazioni contabili.
- Presentazione della dichiarazione dei redditi: È responsabile della presentazione della dichiarazione dei redditi dell’associazione.
- Pagamento delle tasse: Deve assicurarsi che le tasse e i contributi dovuti dall’associazione vengano versati regolarmente.
Responsabilità Amministrative
- Gestione ordinaria: Il presidente è responsabile della gestione ordinaria dell’associazione, compresa l’esecuzione delle delibere dell’assemblea.
- Rapporti con terzi: Rappresenta l’associazione nei rapporti con terzi (es. fornitori, clienti, amministrazione pubblica).
- Tutela del patrimonio sociale: Deve tutelare il patrimonio sociale dell’associazione.
- Convocazione degli organi sociali: È di solito responsabile della convocazione dell’assemblea e del consiglio direttivo.
Responsabilità verso i Soci
- Informazione: Deve fornire ai soci informazioni chiare e tempestive sulla situazione economica e patrimoniale dell’associazione.
- Attuazione delle decisioni assembleari: Deve attuare le decisioni prese dall’assemblea dei soci.
Responsabilità Penali
- Reati societari: Il presidente può essere chiamato a rispondere penalmente in caso di reati societari (es. false comunicazioni sociali, bancarotta fraudolenta).
- Reati tributari: In caso di evasione fiscale o di altre violazioni tributarie, il presidente può essere chiamato a rispondere penalmente.
Attenzione: Le responsabilità del presidente possono variare a seconda dello statuto dell’associazione e della normativa regionale e locale. È quindi fondamentale che il presidente consulti il proprio statuto e, se necessario, si faccia assistere da un professionista (es. commercialista, avvocato).
Cosa cambia con la partita IVA? L’introduzione della partita IVA accentua le responsabilità contabili e fiscali del presidente, rendendo ancora più importante una gestione trasparente e corretta dell’associazione.
Consigli per il Presidente:
- Formazione: Partecipare a corsi di formazione sulla gestione delle associazioni e sulla normativa fiscale.
- Assistenza professionale: Affidarsi a un commercialista per la gestione della contabilità e delle pratiche fiscali.
- Trasparenza: Assicurare la massima trasparenza nella gestione dell’associazione, informando i soci sulle decisioni prese e sulla situazione economica.
- Aggiornamento: Tenere sempre aggiornata la propria conoscenza della normativa vigente.
In conclusione, il ruolo di presidente di un’associazione è diventato più complesso e delicato. Una buona preparazione e una gestione attenta sono fondamentali per evitare problemi e per garantire la sostenibilità dell’associazione nel tempo.
Vuoi approfondire un aspetto specifico? Non esitare a chiedere!
Buongiorno,
sono presidente di una banda musicale iscritta al runts come aps e con codice fiscale. Le nostre entrate vengono da una convenzione con il comune (ci rimborsano le spese documentate), dalle quote associative degli associati e da alcune donazioni, non svolgiamo nessun tipo di attività commerciale verso i soci o altri soggetti. Devo chiedere la partita iva? ho anche ricevuto una mail da una società che mi ha proposto un webinar di approfondimento sostenendo che anche la quota associativa è soggetta ad iva, è vero?
Buongiorno, da quel che ho capito la partiva IVA va aperta. Le consiglierei di sentire il/la sua commercialista, sempre che il/la professionista abbia esperienza in fatto di gestione della contabilità di associazioni. Io intanto provo a sentire la mia commercialista se c’è stato qualche aggiornamento con la manovra. La quota associativa così come le donazioni dai soci dovrebbero essere esenti IVA. Sui rimborsi spese bisognerebbe approfondire, non le so dire.
Grazie per la risposta, i rimborsi con convenzione sono esclusi dall’iva (è l’unico modo per un ente pubblico per dare qualcosa alle associazioni che non hanno p.iva), sui siti che ho controllato finora c’era scritto che le quote associative sono escluse dall’iva ( non esenti) perciò fino a ieri ero tranquilla sul fatto che non servisse la partita iva, mi ha creato il dubbio la mail che ho ricevuto. Purtroppo non ho un commercialista e non saprei a chi chiedere
Sui rimborsi spese non ho idea di cosa succederà. Sulle quote associative direi che a logica non si applica l’iva, ma da quel che ho capito la partita iva va comunque aperta e le dichiarazioni iva trimestrale e la dichiarazione dei redditi va comunque fatta. Se non ci sono operazioni commerciali, la dichiarazione IVA trimestrale sarà valorizzata a 0.
Buongiorno, ultimo post poi prometto di non disturbare più, ho trovato questo link che spero possa essere utile anche ad altri
https://www.cantiereterzosettore.it/gli-approfondimenti/iva-e-terzo-settore-indicazioni-e-strumenti/
Salve, noi abbiamo una ETS con PI che svolge solo attività istituzionale, facciamo corsi di formazione musicale per ragazzi. Mi chiedevo se le quote mensili dei corsi di musica, per cui fino ad oggi abbiamo rilasciato solo ricevuta di pagamento, siano escluse o meno dalla fatturazione elettronica.
Grazie mille
Buongiorno, su questo punto specifico, il/la commercialista è la persona migliore a cui chiedere.
Se un’ associazione raccoglie solo le quote associative, che dovrebbero restare fuori campo Iva, sarà obbligata lo stesso ad aprire la partita iva?
Da quel che ho capito dalla commercialista, per come è la normativa ad oggi, sì la partita iva va aperta. Poi dovrà fare le dichiarazioni trimestrali iva, con iva a zero.
https://www.cantiereterzosettore.it/gli-approfondimenti/iva-e-terzo-settore-indicazioni-e-strumenti/#:~:text=Salvo%20alcune%20eccezioni%2C%20l'obbligo,5%2C%20comma%2015%20quater).
Negli ultimi giorni tra le notizie mi è comparso questo articolo che sosterebbe che chi ha come entrate solo le quote associative potrà continuare ad operare solo con il codice fiscale. Mi sembra tutto poco chiaro, purtroppo
Ciao Laura, mi sembra una buona notizia e il sito Cantiere Terzo Settore dovrebbe essere abbastanza affidabile. Grazie della condivisione. Io sentirò anche la mia commercialista per conferma intanto aggiorno il post.
Buongiorno, sono il segretario di una associazione di volontariato iscritta al Terzo Settore. Preciso che siamo già in possesso di partita IVA, in merito alle nuove normative che dovranno entrare in vigore dal 1° gennaio 2025, come associazione siamo obbligati ad adeguarci oppure ci sono al vaglio del governo delle deroghe per piccole associazioni che sopravvivono con delle offerte che ci vengono date da persone che vengono accompagnate a vare delle visite mediche.
La ringrazio anticipatamente
Buongiorno Francesco, anche io sto cercando di capire se ci saranno delle deroghe, al momento da quello che ho capito non ce ne sono. Aspettiamo e vediamo.
Un Associazione Culturale che non appartiene al Terzo settore è obbligata ad aprire Partita Iva?
Un’associazione culturale fondata regolarmente secondo il codice civile e in possesso di un codice fiscale, per come stanno le cose ora e da quel che mi risulta, dovrà aprire la partita IVA.
Salve, anche un’associazione senza scopo di lucro (e senza conto corrente) che risulta inattiva da tanti anni è obbligata all’apertura della partita IVA?
Sì, il punto della legge è proprio quello, anche le associazioni senza scopo di lucro, se hanno un codice fiscale, devono aprire la partita IVA. Però suggerisco di stare con le orecchie aperte perchè potrebbe anche succedere che il governo introduca qualche scappatoia.